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Pantani e quei sospetti senza fine: il Tour del ’98 non è a rischio!

Non sempre l’anima di una persona defunta può riposare in pace. Sopratttutto quando in vita sei stato un personaggio famoso e oggetto di discussione, le chiacchiere su di te non si spengono dopo il tuo trapasso. È quanto accaduto a Marco Pantani. La sua tragica storia la conoscono tutti. Forse, però, i francesi, ai quali il Pirata non è mai stato particolarmente simpatico, non la conoscono o fanno finta di ignorarla.

marco_pantani_giroNon si sono mai rassegnati e hanno sempre cercato di dimostrare quanto per loro era ovvio: Pantani era dopato. È così che nel 2004 effettuano delle analisi non consentite su campioni risalenti al Tour del 1998. “Oggi ci sono dei metodi che consentono di scoprire l’uso di sostanze stupefacenti che prime non esistevano” dicono in Francia. Lo dichiara nello specifico la commissione d’inchiesta del Senato Francese, nominata dal Parlamento per fare chiarezza sulla questione.

Sono stati analizzate decine di campioni di urina, senza l’autorizzazione dei diretti interessati. L’obiettivo è rilevare la presenza o meno di Epo nel loro corpo. E secondo quanto riportata dal quotidiano transalpino Lemonde sarebbero risultati positivi Marco Pantani, Jan Ullrich, Bobby Julich e Erik Zabel, ovvero i primi tre del Tour del 98 e uno dei più grandi velocisti degli anni 90 se non di sempre. Insomma tutti o quasi erano dopati. Le domande, però,  sono molteplici: perchè analizzare i campioni solo di quello specifico Tour de France e non ad esempio quelli vinti da Indurain, Merckx, ecc? Perchè gettare fango su una persona defunta? Che validità hanno dei controlli effettuati così tanti anni dopo. Le regole all’epoca erano diverse: bastava restare sotto una determinata soglia di ematocrito per continuare a correre.

Il doping e soprattutto l’antidoping di oggi sono profondamente cambiati. Controlli più rigidi e meno possibilità di farla franca. La certezza, però, è una: il Tour vinto da Marco Pantani non è a rischio. Lo ha dichiarato Pat McQuaid presidente dell’Uci, ammettendo i metodi non ortodossi applicati in Francia e invocando rispetto per la memoria di Marco Pantani. “Le analisi scientifiche svolte dal laboratorio francese nel 2004 non erano conformi agli standard tecnici per le analisi antidoping”  aggiungendo che “non sono stati rispettati i principi dell’anonimato e del previo consenso alle analisi espresso dai ciclisti”. Chissà se i francesi questa volta si rassegneranno o se la macchina del fango continuerà la sua opera di denigrazione?


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L'Autore Giuseppe Critelli

Giuseppe Critelli
Laureato in Scienze Politiche, mi piace immaginare che diventare un giornalista sportivo non sia così impossibile. Sono cresciuto con gli scatti in salita di Marco Pantani e il rovescio di Roger Federer. Ho un solo idolo: gioca nei Los Angeles Lakers e veste la casacca numero 24... Amo raccontare lo sport perchè dietro di esso c'è sempre un'emozione, un uomo e una vita da narrare.

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