Con la squalifica di 18 mesi inflitta dall’ITF a Viktor Troicki, l’annosa questione del doping è tornata alla ribalta anche nel mondo della racchetta.
A parlare del tema doping nel tennis è stato Gianluigi Quinzi, campione Juniores a Wimbledon, che non le ha mandate di certo a dire.
”Quando vedi un giocatore come Djokovic che gioca per cinque ore e il giorno dopo ha la stessa intensità i sospetti ti vengono, è ovvio. Non sto dicendo che Nole o altri tennisti facciano uso di sostanze proibite, ma quando si vedono dei recuperi così incredibili a me i dubbi vengono”.
Il 17enne azzurro si sofferma poi, sul trattamento, non proprio egualitario riservato ai giocatori ‘normali’ rispetto ai big: ”Mi da’ tristezza sapere che prendono il numero 30 o 40 del mondo, invece di un Federer o Nadal. Penso che nel circuito tutti devono essere uguali sul doping. Non è che se prendono loro due poi il tennis finisce. Non lo so se loro sono dopati, ma tutti devono essere uguali per me”.
”Io mi alleno sei o sette ore al giorno: due al mattino e al pomeriggio di tennis, tre di atletica. Ultimamente ho compiuto un grande passo perchè ho trionfato a Wimbledon, ma la strada è ancora lunga. Spero di crescere e migliorare ascoltando i consigli del mio staff e facendo sacrifici tutti i giorni”, ha proseguito Quinzi, le cui dichiarazioni ‘piccanti’ non passeranno di certo inosservate.