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Ritorna il Giro d’Italia: partenza da Napoli!


Ricomincia oggi,dalla città di Napoli,il Giro d’Italia. L’ appuntamento sportivo che una volta era imperdibile terminerà il 26 Maggio a Brescia e non più a Milano. La modifica della meta conclusiva è una questione politica. Potrebbe servire al sindaco uscente del Pdl Adriano Paroli per farsi rivotare. Infatti quest’anno, la data del primo turno delle comunali bresciane coincide con l’ultima tappa del Giro.

Quasi nessuno,ad eccezione di pochi mastini della carta stampata,ha approfondito la vicenda, interrogandosi su quanti soldi abbia realmente speso la città. Il Giornale dice 700 mila euro, grazie ai quali è stata battuta la concorrenza di Vicenza (600 mila euro) e Milano (100 mila euro). Pd e M5S prima hanno promesso battaglia legale e di guardare con piglio indagatorio gli atti,poi hanno taciuto.

Un’altra polemica si aggiunge dunque al malcontento e al sospetto che da quasi dieci anni hanno reso il Giro d’Italia uno sport per dopati, dove non vinci se sei pulito e dove quando vinci, hai quasi sicuramente assunto qualche sostanza illecita.
Uno sport nobile, che i nostri padri e i nostri nonni ascoltavano alla radio, perde il suo fascino. Era esaltante seguirlo,scorgere la sofferenza stampata sul volto degli scalatori, salire in bici e tentare di imitare Coppi,Bartali o Pantani.
Il ciclismo lo amavi soprattutto perché, come accade in parte nella boxe, gli altri sono costretti a patire per poter vincere. Una sorta di metafora di quanto sia pesante la nostra esistenza, di quanto sacrificio sia necessario per raggiungere un obiettivo.

Quando queste convinzioni giravano tra i banchi di scuola e sulle pagine dei quotidiani, i tempi erano diversi. Non credevamo che Pantani potesse essere ingiustamente accusato di doping,infangato da chi pochi secondi prima lo aveva divinizzato e ammazzato nella stanza D5 del Residence Le Rose di Rimini, dopo che la sua vita aveva socializzato con la coca e le puttane. Non credevamo che ci fosse un sistema, un mercato del doping così imponente,tanto che gli atleti sani si fatica a contarli e a nominarli e gli strumenti anti-doping possono essere furbescamente aggirati. Non credevamo che il vincitore di sette Tour De France, un cannibale che aveva battuto un tumore ai testicoli, potesse mentire in un primo momento ed ammettere la sua grande dipendenza dal doping in un secondo momento.

Ci siamo illusi e ci piacerebbe risvegliarci dall’incubo, proprio oggi che comincia la novantaseiesima edizione del Giro d’Italia. Ivan Basso non ci sarà, Cavendish ha confidato di non sentire la pressione,Wiggins è ansioso di inziare a pedalare, Nibali vuole sfidare i suoi avversari sulle montagne, la Gazzetta dello Sport ha incaricato Luca Gardini (campione del mondo dei sommelier 2010) e Andrea Grignaffini (allievo di Veronelli, cuoco enologo e gastronomo morto nel 2004) di costituire una guida gastronomica capace di scovare le leccornie migliori. Nonostante il Passo dello Stelvio,la cima Coppi e Col du Galibier, spadroneggia la diffidenza nei confronti dell’evento sportivo. Quell’incubo ci ha assuefatti.head_calciomercato

ciclismo giro d'italia Ivan Basso

L'Autore Francesco Cerminara

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