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Confederation Cup, Italia-Giappone: le pagelle degli azzurri


Seconda vittoria consecutiva per l’Italia alla Confederation Cup. Gli uomini di Prandelli hanno la meglio per 4-3 sul Giappone di Alberto Zaccheroni, al termine di un match rocambolesco. La redazione di Sportlover.it vi propone le pagelle dell’incontro.

Gianluigi Buffon, voto 6: si vede arrivare i folletti giapponesi da tutte le parti. Era da tempo che non si trovava così impegnato. Determinante su Honda nella ripresa, può solo pregare quando i nipponici prendono d’assalto la sua porta e colpiscono svariati legni. Punito con il calcio di rigore un suo intervento apparso in realtà regolare. Assediato.

Christian Maggio, voto 5: spaesato, ci capisce poco o nulla su quella fascia. Kagawa lo fa ammattire e gli insirimenti di Nagatomo lo mettono ancora di più in difficoltà. È mancato anche l’aiuto dei centrocampisti. Senza le spalle coperte da una difesa a tre sembra un altro giocatore. Bocciato.

Andrea Barzagli, voto 5,5: non sembra esssere la sua Confederation Cup. Appare lento ed in netto ritardo di condizione. Gli avversari arrivano quasi sempre prima di lui sul pallone. Si salva solo con il fisico e l’esperienza. Irriconoscibile.

Giorgio Chiellini, voto 5: commette errori su errori. Ha sulla coscienza il gol di Kagawa dove si dimostra tutt’altro che smaliziato. Va spesso a vuoto rischiando eccessivamente l’anticipo. Col Brasile servirà un altro Chiellini altrimenti Neymar avrà di che divertirsi e noi di che lamentarci. Gorilla incatenato.

Mattia De Sciglio, voto 5,5: anche il suo rendimento cala rispetto alla gara d’esordio. Si perde il conto dei suoi cross lunghi sul secondo palo. Soffre meno rispetto a Maggio ma i pericoli arrivano costanti anche dalla sua parte. Involuto.

Andrea Pirlo, voto 5: se paragonato al match contro il Messico, abbiamo di fronte un altro gicoatore. Lento ed impreciso come raramente in carriera. Viene massacrato da Honda del quale patisce il pressing asfissiante. Non entra mai in partita e ne risente la manovra azzurra. Gli anni passano e stavolta si fanno sentire. Il suo talento andrebbe gestito meglio. Vecchia gloria.

Riccardo Montolivo, voto 5: una partita opaca è dire poco. I passaggi precisi si contano sulle dita di una mano. I ripiegamenti corretti e gli inserimenti ancora meno. Non è il Montolivo visto al Milan quest’anno, anzi non è neanche il lontano parente. Fantasma.

Daniele De Rossi, voto 6,5: rispetto ai suoi compagni di reparto fa un figurone. Anche lui comincia al rilento. Poi il gol lo sblocca e cresce alla distanza. Splendido il passaggio dal quale scaturisce la rete del 4-3 di Giovinco. L’impressione è che la Roma gli vada stretta e che in nazionale si senta più a suo agio. Ambizioso.

Alberto Aquilani, voto 4,5: inutile dilungarsi sui giudizi. Non la vede mai. Fuori partita.

Emanuele Giaccherini, voto 6,5: lo scetticismo e l’ironia non lo toccano neanche di striscio. Questo ragazzo ha personalità da vendere. Prende un palo e provoca l’autogol, mantenendo in vita un pallone che sembrava morto. Siamo proprio sicuri che non meriti un posto da titolare? Fondamentale.

Mario Balotelli, voto 6,5: guardando la partita si ha l’impressione di avere di fronte un fuoriclasse. Non produce niente di eclatante ma difende la palla in maniera impressionante. Ha potenza fisica e velocità. Quando ci mette il cuore riesce a farsi amare da tutti, detrattori inclusi. Segna i rigori come fossero caramelle da masticare, subisce decine di falli senza mai abbozzare una reazione. Finalmente pronto.

Sebastian Giovinco, voto 6: i primi minuti sembra quasi non sia mai entrato in campo. Poi comincia a prendere confidenze con il match siglando anche il gol vittoria. Chissà che non possa essere la svolta del suo torneo. Decisivo.

Ignazio Abate voto 6: fa il suo compitino subendo di meno rispetto a Maggio.

Claudio Marchisio, voto 6: Puntuale come un orologio nell’inserimento che fa suonare la sveglia della vittoria.

Cesare Prandelli voto 5,5: sbaglia la formazione iniziale. Aquilani si dimostra incapace di accompagnare l’azione a dovere. Troppo rinunciatario nel modulo. Fino adesso, però, i gol lo premiano. Ma sarà sempre così? Fortunato.

Giappone Sebastian Giovinco

About Giuseppe Critelli

Giuseppe Critelli
Laureato in Scienze Politiche, mi piace immaginare che diventare un giornalista sportivo non sia così impossibile. Sono cresciuto con gli scatti in salita di Marco Pantani e il rovescio di Roger Federer. Ho un solo idolo: gioca nei Los Angeles Lakers e veste la casacca numero 24... Amo raccontare lo sport perchè dietro di esso c'è sempre un'emozione, un uomo e una vita da narrare.

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