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Gigi Datome, intervista esclusiva: per l’europeo c’è entusiasmo e abbiamo tutte le possibilità per far bene


Gigi Datome è ormai uno dei giocatori di basket italiani più conosciuti, oltre che per il suo arrivo in NBA a Detroit, anche perché dimostra sempre grande umanità, non ha perso l’umiltà e ha la grandissima dote della simpatia.

Così, dopo averlo seguito su Twitter e Facebook, in questa estate ricca di soddisfazioni per lui e di un appuntamento importante come gli Europei di Basket che cominceranno il 4 settembre, abbiamo deciso di provare a sentirlo per chiedergli come arriva a Detroit e all’appuntamento con la nazionale. Ed ecco il frutto di questa chiacchierata, una ricca intervista in cui Gigi Datome si conferma uomo vero, che potrà di sicuro dare tanto al nostro movimento cestistico!

La tua storia è ricca di cambiamenti, passaggi di casacca e tanto rispetto meritato sul campo. Qual è il tuo segreto per essere stimato da tutti, tifosi ed avversari, in qualsiasi parte d’Italia?
Essere me stesso. Non ci sono segreti. Essere me stesso e seguire spesso ciò che mi dice il cuore. Le scelte nella vita vanno fatte, ma se sono fatte col cuore hanno un pizzico in più di ragione. Non sempre ma spesso.

Nell’ultimo campionato hai sorpreso tutti dimostrando oltre alle doti tecniche e di gioco un grande carattere e determinazione. Ti aspettavi una crescita così verticale da te stesso?
Sono uno che ha la cultura del lavoro, perché so che solo con l’allenamento si può provare ad arrivare in alto. La crescita è stata graduale e importante e sono felice di aver chiuso alla grande la mia esperienza con Roma con una stagione così.

Cosa si prova ad approdare a Detroit, dove cestisti come Rodman, Dumars e Billups hanno fatto la storia della NBA?
Una bella emozione, senza dubbio. Aver incontrato il presidente Dumars e sapere di poter giocare con Billups senza dubbio mi da una carica in più.

Anche a Detroit indosserai la canotta numero 13, si tratta di affetto o scaramanzia?
È il mio numero. Mi piaceva conservarlo.

Prima di firmare per i Pistons, sembravi davvero vicino ai Celtics; come mai non si è chiusa la trattativa con la franchigia di Boston?
Ho scelto Detroit, fortunatamente le alternative erano molte e questo mi ha fatto piacere. Con Boston non c’era una trattativa e tutte le voci uscite sui vari siti, cifre comprese, erano onestamente poco attinenti alla realtà. Detroit mi ha mostrato il suo progetto tecnico e mi ha convinto.

Alla luce del mercato NBA e delle franchigie già ben delineate, ci fai un tuo personale line-up delle 4 finaliste (2 Ovest e 2 Est)?
Al momento evito di far pronostici, tanto i nomi delle favorite son sempre quelli. Datemi 2-3 mesi di tempo per ambientarmi e poi ci provo…

Dove pensi di dover migliorare per trovare spazio nella Nba? Pensi di poter essere qualcosa in più di un giocatore perimetrale anche al di là dell’oceano?
Prima di tutto voglio dimostrare di valere quel livello, poi faremo tutte le valutazioni del caso. È ovvio che Detroit mi abbia voluto per il mio tiro e per le mie doti atletiche, ma col passare del tempo mi piacerebbe diventare un giocatore pericoloso a 360 gradi anche nella Nba. Ma un passo alla volta…

Il prossimo 4 settembre, in Slovenia, prenderanno il via i campionati europei. L’Italia può puntare al podio?
Lo spero. Siamo una squadra giovane, c’è entusiasmo e abbiamo tutte le possibilità per far bene. Non dobbiamo dimenticare però che solo dimostrandoci un gruppo e lavorando con umiltà possiamo ottenere qualcosa. In Nazionale le necessità di ognuno devono venire dopo quelle della squadra. Questo è un concetto basilare per costruire un successo.

Obiettivo Rio 2016: tu, Gallinari, Belinelli, Bargnani e chissà non arrivi qualche stellina, dalla Under 20 Campione d’Europa da qualche giorno, si può sognare una finale come quella di Atene 2004?
Sarebbe fantastico. E dovrebbe essere questo l’obiettivo di tutti noi. Quella di Atene è proprio la Nazionale che testimonia al meglio il concetto di sacrificio e lavoro di gruppo. Lì ognuno era al servizio dell’altro per uno scopo comune. Noi questo percorso l’abbiamo iniziato l’anno passato con le qualificazioni, ora dobbiamo esser bravi a portarlo avanti.

Rusconi, Abbio, Pozzecco, Basile, Meneghin, Fucka… Simboli di un’era di basket italiano. Adesso tocca a voi, fra 10 anni sarete voi NBA la nostra storia cestistica? Cosa ricorderemo? 
Spero portiate di me un buon ricordo…

Un’ultima domanda. Tu e Moscardelli nell’ultimo mese siete diventati personaggi cult online per simpatia, disponibilità e talento: oltre alla barba c’è qualcosa che vi accomuna?
Oltre alla barba onestamente credo la simpatia, ma non lo conosco così bene per poter dire altro.

Grazie GG e in bocca a lupo per l’Europeo e l’avventura americana! 

Domande a cura di tutta la redazione di Sportlover.ithead_calciomercato

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L'Autore Rocco Sicoli

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