Vasil Kiryienka vince la diciottesima tappa della Vuelta Espana sul durissimo arrivo in salita di Pena Cabarga. Il bielorusso compie una vera e proprio impresa partendo in solitaria a 40 km dal traguardo. Stacca i compagni di fuga e si inventa un numero da cineteca. Non è la prima volta che il corridore del Team Sky è protagonista di azioni di questo tipo. Ha nel suo motore, infatti, una grande resistenza e un eccezionale spirito di sacrificio. Oggi tutto il suo talento è esploso sulle strade spagnole.
La corsa, però, si svolge in maniera spietata anche nel gruppo dei migliori. Questa volta se le danno di santa ragione. I primi ad iniziare la bagarre sono gli uomini del team Katusha. Vicioso e Moreno aprono le danze per preparare il terreno ad un attacco di Rodriguez. In realtà la loro azione servirà solo a far andare fuori giri il nostro Vincenzo Nibali. Il siciliano resiste come può all’offensiva del team russo e successivamente si incolla alle ruote di Chris Horner. Il corridore del team Leopard comincia a mulinare il solito duro rapporto con la sua peculiare andatura sui pedali. Il ritmo dell’americano è sfrenato, tanto che Nibali è costretto ad un certo punto a cedere.
Il vincitore del Giro d’Italia pagherà dazio e nel finale viene sorpassato anche da Valverde, più abile a gestire le forze nel corso della salita. Horner dà tutto nell’ultimo chilometro, ma non riesce a sfilare la maglia rossa dalle spalle del nostro Vincenzo. Adesso il vantaggio è minimo: tre secondi. Un’inezia a questi livelli. Il bello o forse il brutto è che la Vuelta non finisce qui. Sabato c’è il terribile Alto de l’Angliru, semplicemente l’ascesa più dura del mondo. Impossibile fare previsioni, anche perchè un Horner così sarebbe stato impossibile prevederlo. L’inerzia è tutta dalla parte dell’americano, ma Nibali ha esperienza e fondo per resistere agli attacchi del vecchietto rigenerato. La certezza è che sarà uno spettacolo.