L’uomo di scena del cinepanettone si riprende il suo palco e tuona contro la giustizia sportiva. Aurelio De Laurentis, il  Presidente del Napoli e produttore cinematografico che si ritiene il numero uno al mondo, dopo la vittoria per 3 a 0 contro il Palermo è molto diretto:“con decisioni in itinere si rischia di falsare il campionato, la giustizia sportiva non può condizionare in maniera impropria i campionati e va cambiata. . . Non si può abdicare alla verità, se ci sono principi giuridici calpestati io mi appello al rispetto della legge: la giustizia sportiva è stata creata quando i club non erano società per azioni, ora bisogna mettersi intorno a un tavolo e cambiare le cose”.

Il sig. De Laurentiis non è d’accordo con la penalizzazione di due punti inflitta alla sua squadra in primo grado (in più Grava e Cannavaro sono stati squalificati per sei mesi) dalla Commissione Disciplinare. Gravano sui partenopei le dichiarazioni dell’ ex portiere Gianello, reo-confesso di aver provato A truccare Samp- Napoli del 16 Maggio 2010. In particolare, cosa irrita il goliardico Aurelio? Il fatto che la sentenza abbia superato la richiesta dell’ accusa (il pm Palazzi) di un punto. E con quale motivazione ? Leggendo le carte processuali si è attratti da una parte:

il principio della responsabilità oggettiva, pur se negli ultimi tempi ha subito una serie di attenuazioni in via applicativa, continua a fondarsi su criteri inderogabili. . . Va ricordato come questa Commissione in tutti gli analoghi e recenti procedimenti nel caso di responsabilità oggettiva per illecito sportivo commesso da calciatori tesserati sia partita da una sanzione base di due punti di penalizzazione: tra tutti si ricordino i precedenti del Torino e della Sampdoria che, nella stagione in corso, stanno scontando una penalizzazione di 1 punto maturata in sede di applicazione del patteggiamento, partendo quindi da una sanzione base di 2 punti di penalizzazione..”

Uguaglianza e patteggiamento docent, se si vuole semplificare il concetto giuridico. Il Napoli, pur confidando nel secondo grado e nella bontà dei suoi comportamenti, è terzo a -5 dalla Vecchia Signora. Mazzarri, qualche anno fa allenava la Reggina e partì da -15. Non retrocesse e fece 60 punti (45 ufficiali).  De Laurentiis è  perciò fortunato, ha sulla panchina un uomo abituato a lottare. Ora si concentra sulla difesa del suo gruppo e ha ragione a sostenere che la giustizia sportiva va cambiata. Bisogna però capire che tipo di cambiamento vorrà portare.

Nel calcio, in questo sport capace come nessun altro di stimolare gli istinti più bassi dell’ individuo, si ragione più di pancia che di testa. Quando si parla di sentenze giuridiche però, valgono più i fatti che le appartenenze ideologiche. Un miglioramento del sistema calcio deve esserci, intelligente, enorme e rapido (non frettoloso e superficiale), se i tifosi vogliono che il loro culto sia un valore oltre che una dipendenza, una passione pura e non un terreno di scontri processuali. Nel nostro paese, si perde puntualmente l’ occasione per liberarci dal male. Concluso uno scandalo, ne emerge presto un altro. Impariamo dai nostri errori con la stessa frequenza con cui Lapo Elkann azzecca un concetto in italiano. Siamo un po’ seguaci di Wilde, ci piace cedere alle tentazioni: a quella di sbagliare e farci deridere. Per chi fosse in preda alla nostalgia di un altro tipo di calcio, consiglio la lettura di Splendori e Miserie del gioco del calcio, opera di Eduardo Galeano.

 

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