Le lacrime di Pau Gasol nel post partita sono l’immagine migliore per spiegare quanto accaduto. Riassumono lo stato d’animo di molti appassionati Nba. Il catalano sa che con ogni probabilità quella contro i Golden State Warriors è stata la sua ultima partita con Kobe Bryant. Tutti i tifosi guardano le immagini dei canestri del 24 e sentono un magone allo stomaco. Temono possa essere l’ultimo match di Kobe nella sua carriera Nba.
Un percorso glorioso interrotto a tre minuti dalla fine del match contro i Warriors. Bryant prova una penetrazione e il tendine d’Achille sinistro cede. Il pluricampione gialloviola cade a terra e fatica a rialzarsi. Da gran combattente quale è si rimette in piedi e realizza i due tiri liberi. Da lì in poi non riuscirà più a tornare in campo. Viene accompagnato fuori dal parquet dal compagno di squadra Sacre.
Il responso medico è devastante. Possibile rottura del tendine d’Achille del piede sinistro. Probabile stop che va da otto mesi ad un anno. Si tratta di uno dei peggiori infortuni per un cestista, specie all’età di Bryant. Per intenderci Chauncey Billups ha subito il medesimo infortunio e ancora oggi fatica a trovare continuità sul campo da gioco. Nell’analisi sui tempi di recupero bisogna però considerare il fattore Bryant. Un combattente a tutto tondo. Un uomo con una soglia del dolore altissima. E cosa ancora più importante, se conosciamo Kobe, difficile immaginare voglia chiudere così la sua carriera sportiva.
KB24 è il più grande agonista che lo sport abbia mai conosciuto. Sarà l’ennesima sfida per lui, anche se questa volta è difficile rialzarsi da una simile caduta. Alle domande dei giornalisti su una sua possibile ultima partita in carriera, lui risponde di no in maniera perentoria ed arrabbiata. Il Mamba non può arrendersi, tornerà ancora più affamato di prima.
L’infortunio di Kobe è solo l’ennesimo capitolo di una stagione maledetta per i Los Angeles Lakers. La vittoria contro Golden State li avvicina ai playoff, ma il contraccolpo psicologico per l’infortunio di Bryant potrebbe essere deleterio. Già sono iniziati i processi a Mike D’Antoni per un utilizzo eccessivo del Mamba nelle ultime partite. Negli ultimi incontri, infatti, Kobe ha giocato ininterrottamente senza riposare neanche un minuto. Troppo persino per uno stakanovista come lui.
Il pensiero va ai suoi 17 anni di carriera sportiva. Un giocatore in grado di ispirare intere generazioni avvicinandole alla pallacanestro. Un’icona mondiale dello sport, neanche Leo Messi o Usain Bolt possono sedersi al suo stesso tavolo. Forse solo Roger Federer, tra gli sportivi in attività, è stato in grado di segnare un’era cone ha fatto Bryant. E allora noi siamo grati per aver avuto l’opportunità di vederlo giocare, nella speranza di rivivere l’ennesimo canestro vincente della sua immortale carriera cestistica.