Non è una partita di cartello, quella che vede contrapporsi Genoa e Fiorentina nel posticipo dell’estenuante spezzatino infra-settimanale, ma comunque una prova d’appello per entrambe. Se è vero che il Genoa deve ricominciare a vincere per levare i piedi dal pantano della zona salvezza, la Fiorentina si presenta all’ombra della Lanterna con due colpi in canna: sfatare il tabù Marassi, bestia nera da tre decadi, e ottenere la prima vittoria in trasferta dell’era Montella.
Del Neri schiera a sorpresa un’inedita difesa a tre e avanza Sampirisi e Antonelli sulla linea mediana per bloccare le scorribande di Cuadrado e Pasqual. A centrocampo i duelli individuali sono tutti a favore dei viola, che ritrovano Pizarro accanto all’inamovibile Borja Valero e alla mezzala Mati Fernandez. Per finire, la Fiorentina in avanti si affida alla coppia Jovetic-Ljajic, mentre il Genoa propone il giovanissmo Hallenius a supporto dello scugnizzo Immobile.
Dopo neanche un quarto d’ora, i viola passano in vantaggio con due tocchi: lancione di Gonzalo Rodriguez per lo scatto di Pasqual che arriva a tu per tu con l’ex compagno Frey, di cui sfrutta alla perfezione l’unico punto debole: le uscite. Gol meritato e che non smorza di un’oncia il pressing asfissiante che i viola impongono in fase di non possesso. Quando poi Valero & Co. hanno il pallone tra i piedi, per il Genoa non c’è che da mettersi seduto e prendere appunti. Capita però che il prolungato possesso palla gigliato soffra di eccessi di confidenza, vedi Savic e lo stesso Pizarro, che a momenti mandano in porta i grifoni.
La partita segue questo copione più o meno fedelmente anche nel secondo tempo; c’è troppa differenza di qualità tra i due schieramenti per offrire allo spettatore il dubbio di un colpo di scena. Dubbio che però resta nell’aria perché il risultato non si schioda dallo 0-1. Non che la Fiorentina non ci provi, ma dall’altra parte c’è un Frey versione saracinesca, capace come ai vecchi tempi di prodezze tali da negare a Ljajic la gioia del secondo (e poi del terzo) gol stagionale.
Sebbene sia impietoso tirare le somme a fronte di una così evidente differenza tecnica, nel Genoa si salvano soltanto Ciro Immobile e Sebastian Frey, colpevole sul gol ma preziosissimo per non arrivare al triplice fischio con un passivo più pesante. La Fiorentina invece splende in blocco: a partire da Viviano, autore di poche parate ma sicurissimo nelle uscite, passando per il buon Rodriguez, il brutto Savic e il cattivo Roncaglia, per finire nel corsaro di rimessa Pasqual e nell’esplosivo Cuadrado.
La Fiorentina passa a pieni voti l’esame di maturità e accorcia sulla Lazio (quarta a +1) e sul Napoli (terza a +4), mentre il Genoa resta bloccato a 9 punti, ovvero a una sola lunghezza dalla zona retrocessione. Sul fronte delle panchine, Montella racimola la prima vittoria esterna della sua gestione. Del Neri la prima sconfitta interna della propria.