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ESCLUSIVO – Raffaele Ferraro (La Giornata Tipo): “Che spasso Javale McGee! Ironia carta vincente nel basket e nella vita!”

Non lo faranno entrare gratis in discoteca e non avrà neppure sconti sui biglietti degli europei,  ma Raffaele Ferraro e la sua pagina facebook La Giornata Tipo hanno comunque ottenuto un grandissimo successo.  Lo testimonia il seguito quotidiano che hanno i suoi “stati” e le sue famigerate “giornate tipo”. Vere e proprie descrizioni in chiave goliardica della routine di personaggi del mondo del basket e non solo. Provate a seguire una partita della nazionale attraverso le sue twit-cronache e capirete cosa vuol dire l’ironia applicata alla pallacanestro. La redazione di Sportlover.it ha deciso di fare una chiacchierata insieme a lui. Un’intervista a tutto campo, dove Ferraro ci parla della sua Giornata Tipo, ma non solo. Abbiamo affrontato anche tante tematiche relative al basket contemporaneo, dall’Nba alla serie A e tanto altro ancora.

Come nasce l’idea de La Giornata Tipo?
Facevo le giornate tipo di amici e personaggi del basket bolognese. Poi ho deciso che per diventare famoso e passare la vita a fare l’opinionista a Pomeriggio 5 avrei dovuto trattare argomenti di pubblico dominio. Tutto è partito con Pianigiani e Lebron James.

La pagina ha avuto un successo notevole. Notiamo che è apprezzata anche da tantissimi giocatori ed addetti ai lavori. Quanto è difficile essere sempre sul pezzo? E soprattutto qual è la giornata tipo del creatore de La Giornata Tipo?
“Successo notevole” è un discorso relativo. Pago ancora per entrare in discoteca, al bancone non mi fanno lo sconto, la FIBA non mi ha invitato agli europei con posto in prima fila con ricco buffet e soprattutto il numero di donne è rimasto scandalosamente bassissimo. Quindi non ho avuto nessun successo. Che sia apprezzata dai giocatori è un’altra falsa-verità in quanto so per certo che qualche giocatore della nazionale vorrebbe mettermi sotto con la macchina. La mia giornata tipo è molto standard: sveglia, cazzate, lavoro, cazzate, allenamento di basket, cazzate, birra, cazzate, nanna.

Anche nel mondo del calcio è in netta crescita la diffusione di pagine ironiche e divertenti come La Giornata Tipo. I tifosi amano sempre di più quegli sportivi che li facciano divertire anche per le loro “gesta” fuori dall’ambito agonistico. Un esempio è sicuramente lo straordinario boom mediatico che sta avendo Davide Moscardelli. Provando a fare un paragone, in un discorso prettamente legato alla simpatia del personaggio, Gigi Datome sta al basket come Moscardelli sta al calcio?
Con tutto il rispetto che nutro nei confronti di Moscardelli a livello di capacità tecniche il confronto è imbarazzante. Datome è nella top 4 dei migliori giocatori italiani, Moscardelli è forse nella top 50. Fuori dal campo Datome è un personaggio a 360 gradi, ha studiato, legge libri, è appassionato di musica, è competente su tanti argomenti, Moscardelli forse legge la Gazzetta dello Sport per guardare i voti.

Abbiamo letto diverse giornate tipo, come quella di Bryant, Javale McGee o Metta World Peace. Ma se avessi davvero la possibilità di seguire la giornata tipo di un giocatore di basket, quale sceglieresti e perché?
Un mix tra quella di McGee per il divertimento e quella di JR Smith per la pioggia di passere.

Nel basket americano ci sono migliaia di personaggi e di storie da raccontare. C’è qualcosa che ti affascina in particolare di quel mondo e che vorresti venisse trapiantato nella pallacanestro europea?
E’ un mondo completamente diverso: più partite, più entertainment, più interesse dei media, più seguito. Mi piacerebbe che il basket italiano avesse lo stesso seguito e la stessa copertura mediatico/televisiva. Non so, le finali italiane con lo share più alto di SanRemo. E’ utopistico, però sarebbe fighissimo.

Negli ultimi giorni si è tornato a parlare di un possibile futuro di Ettore Messina come capo-allenatore in Nba. Pensi che possa essere l’uomo giusto per compiere questa svolta epocale? Oppure correrebbe il rischio di non avere il giusto “rispetto” da parte dei giocatori americani? Per la serie tu “europeo” viene ad insegnare a noi “americani” come si gioca a pallacanestro..?
Messina ci ha già provato, ha aspettato gli fosse data una chance ma non è un allenatore che può aspettare all’infinito. Penso che sia un discorso chiuso per lui. Mi sarebbe però piaciuto vederlo all’opera perché gli americani a differenza di quel che pensano in molti hanno tanto da imparare da noi.

Dacci un nome secco sul prossimo vincitore dell’anello… Possibilmente non Miami!
Golden State Warriors, perché Steph Curry mi fa impazzire.

Parliamo un po’ di basket nostrano. Quale può essere secondo te il giocatore e la squadra rivelazione del prossimo campionato di A1? E quale dei vecchi e nuovi cestisti della Serie A potrebbe essere un personaggio da La Giornata Tipo?
Squadra rivelazione Caserta o Virtus Bologna, tutte e 2 molto divertenti da vedere e con ottimi giovani in rampa di lancio. Giocatore: Michele Vitali. Personaggi da Giornata Tipo ce ne sono tanti: Rosselli, Magro, Poeta, Gentile, Aradori ma attenzione soprattutto a Matt Walsh….

Concludiamo con un accenno alla nazionale e allo stato del nostro movimento. Nell’ultima edizione dei campionati europei le twit-cronache delle partite della nazionale sono state un grande successo. Non a caso l’hashtag #EuroBasketTipo è stato tra le maggiori tendenze nazionali. Non credi che sia proprio l’ironia e la goliardia il modo migliore per riavvicinare le persone al vero spirito del basket, allontanandole dai veleni “calcistici” dell’ultima stagione di serie A1?
L’ironia penso che sia la carta vincente in ogni campo della vita. Quindi anche nel basket. Nel mio piccolo penso di aver avvicinato almeno una manciata di persone a seguire quello sport dove “non c’è il fuorigioco”. Basterebbe poco ad avvicinare più gente a questo sport e a renderlo più appetibile per chi al giorno d’oggi “caccia la grana”, ma chi è preposto a prendere certe decisioni pare non ci senta da quell’orecchio.


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L'Autore Giuseppe Critelli

Giuseppe Critelli
Laureato in Scienze Politiche, mi piace immaginare che diventare un giornalista sportivo non sia così impossibile. Sono cresciuto con gli scatti in salita di Marco Pantani e il rovescio di Roger Federer. Ho un solo idolo: gioca nei Los Angeles Lakers e veste la casacca numero 24... Amo raccontare lo sport perchè dietro di esso c'è sempre un'emozione, un uomo e una vita da narrare.

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