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Conte studia dal passato: questa Juve ricorda quella di Capello!

Dimenticate la Juve tambureggiante del primo anno di gestione Conte o quella schiacciasassi della scorsa stagione, la versione 3.0 dell’armata bianconera è un altro tipo di creatura. Rimane sempre un mostro spietato, uno di quelli che non vorresti mai incontrare sulla tua strada, perchè ti mette paura solo a guardarlo negli occhi. Ma lo scienziato Conte si è voltato indietro verso il passato e ha deciso di plasmare la sua squadra in maniera diversa. Il punto di riferimento è l’ultima grande Juve. Quella che gli almanacchi hanno cancellato, ma che i tifosi bianconeri ricordano in maniera chiara e netta. Stiamo parlando della Juventus di Fabio Capello.

Fermiamoci un momento. Quella squadra poteva vantare un numero di campioni che questa compagine probabilmente si sogna. Come è stato più volte ricordato, 9/11 di quella squadra era in campo nella finale del mondiale del 2006. Ovviamente non siamo a quei livelli, ma la Juve di questo inizio stagione ricorda quel team sotto tanti punti di vista. Innanzittutto la ricorda nella gestione delle partite. I bianconeri non hanno fretta di far male al proprio avversario, sanno quando accelerare e quando è invece è il momento di rifiatare. Non sempre è necessario andare a mille all’ora per vincere le partite, soprattutto quando in rosa ti trovi dei campioni come Tevez, Pogba o Vidal. Non saranno Ibrahimovic, Vieira e Nedved ma non ci andiamo tanto lontani per la loro capacità di risolvere le partite con una giocata improvvisa. La Juve 2013-2014 viaggia al ritmo dei suoi tre campioni di riferimento. Non è più la squadra di Marchisio e Lichsteiner e neppure quella di Pirlo.

Sarà difficile vedere risultati roboanti. Delle cinque vittorie in campionato, solamente una è arrivata con più di un gol di scarto (4-1 contro la Lazio), complice anche l’espulsione di Hernanes nel secondo tempo. Stesso copione della Juve di Capello, quando bastava segnare un gol per controllare la partita. Adesso i bianconeri vanno quasi a folate, vere e proprie sfuriate dalle quali è quasi impossibile uscire indenni. Nelle fasi finali dei match si limitano ad un possesso palla ripetuto, con l’obiettivo di addormentare l’incontro. La difesa juventina subisce più reti di quella di Capello, ma le occasioni concesse agli avversari sono comunque limitate. Basti pensare che nel derby contro il Toro è rimasta a zero la casella dei tiri in porta subiti.

Certamente è presto per trarre delle conclusioni dopo solo sei giornate di campionato. Un’altra ipotesi è quella che la Juve stia gestendo le forze in vista di una stagione che si prospetta lunga. Se i bianconeri vogliono recitare un ruolo da protagonisti in Champions devono arrivare in primavera con il motore al massimo della propria potenza. Più avanti potremo dare dei giudizi definitivi e capire se si tratta solo di una coincidenza o se questa Juve è veramente una copia ben riuscita di quella pre-calciopoli.

 


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ARTURO VIDAL Difesa Fabio Capello
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L'Autore Giuseppe Critelli

Giuseppe Critelli
Laureato in Scienze Politiche, mi piace immaginare che diventare un giornalista sportivo non sia così impossibile. Sono cresciuto con gli scatti in salita di Marco Pantani e il rovescio di Roger Federer. Ho un solo idolo: gioca nei Los Angeles Lakers e veste la casacca numero 24... Amo raccontare lo sport perchè dietro di esso c'è sempre un'emozione, un uomo e una vita da narrare.

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