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Confederations, rigori fatali. Italia: sei (quasi) grande!


Che peccato! Dopo 120’ di partita, l’Italia deve arrendersi ai calci di rigore alla Spagna al termine di una gara in cui avrebbe meritato senza dubbio di andare in finale. Gli azzurri hanno matato i campioni d’Europa e del mondo per tutta la partita e sono stati sfortunati in diverse occasioni; dal dischetto, decisivo l’errore di Bonucci che spara sopra la traversa e manda i suoi a giocarsi la “finalina” per il terzo posto contro l’Uruguay.

Prandelli imposta la partita alla perfezione: difesa a 3 che diventa a 5 in fase di non possesso, Candreva e Marchisio a supporto dell’unica punta e a dare una mano al centrocampo. Nel primo tempo, tante le occasioni per passare in vantaggio ma la palla non ne vuole sapere di entrare: un Maggio scatenato non riesce a sorprendere Casillas con due colpi di testa; ci prova anche Marchisio, sempre di testa, ma la palla esce a lato di poco. Il tiki-taque spagnolo non trova sbocchi, l’Italia si chiude benissimo e si rende pericolosa ogni volta che riparte con Giaccherini sulla sinistra e con l’accoppiata Maggio-Candreva sulla destra. Prima frazione da spettatore per Buffon, impensierito solo da un lampo di Torres, che si libera in modo eccezionale di Barzagli, ma il suo diagonale di sinistro si spegne sul fondo.

Nella ripresa dentro Montolivo al posto di Barzagli, con De Rossi che scala sulla linea dei difensori. Le Furie Rosse crescono e mettono in difficoltà la Nazionale di Prandelli con le accelerazioni di Jesus Navas, gli slalom di Iniesta e con Piquè, spesso proiettato in avanti per cercare di sbloccare un risultato che non si smuove dallo 0-0: si va ai tempi supplementari. Il CT azzurro manda dentro Giovinco al posto di uno sfinito Gilardino, Del Bosque decide, invece, di coprirsi e inserisce Javi Martinez al posto di un Torres poco convincente. Passano 3 minuti e il palo di Giaccherini fa tremare la Roja, che qualche minuto dopo risponde centrando un altro legno con Xavi, dopo un tiro dalla lunga distanza e un intervento poco preciso del numero 1 azzurro. Il risultato non si sblocca nemmeno dopo 30’ di overtime e si va dagli undici metri: il cucchiaio di Candreva al primo tiro dal dischetto ci illude, ma l’errore di Bonucci al settimo rigore spegne le speranze azzurre e manda gli iberici a giocarsi la finale di domenica al Maracanà contro il Brasile.

Non è arrivata la vendetta di Euro2008 e di Euro2012, ma una cosa è certa: questa Spagna non è più forte dell’Italia, che è riuscita a imporsi per 120’ su quella che è considerata la nazionale più forte del mondo. Bisogna ripartire da qui, in vista della competizione continentale del prossimo anno: bisogna ripartire da una solidità difensiva ritrovata al momento del passaggio alla difesa a tre, bisogna ripartire dai giocatori che non t’aspetti, dagli “eroi per caso” come Giaccherini e Candreva, bisogna ripartire da Pirlo che, a dispetto dell’età, regala ancora lampi di genio e di alta classe, bisogna ripartire da un attacco che ha messo in difficoltà i “marziani”, nonostante l’assenza del suo uomo migliore, SuperMario Balotelli. Manca un anno, c’è solo da mettere a punto qualche imperfezione: dai Italia, sei (quasi) grande….head_calciomercato

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