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Chi l’ha visto? Diego Ribas da Cunha detto “Diego”


Abbiamo tutti davanti agli occhi le immagini dell’arrivo di Tevez. Un entusiasmo dilagante quello dei tifosi bianconeri, come non si vedeva da tanto tempo. Anzi dobbiamo attivare la macchina del tempo e tornare indietro di qualche anno. Precisamente all’estate del 2009. Arriva in Italia, direttamente dal Werder Brema, Diego Ribas da Cunha detto “Diego”.

Un giocatore che accende la fantasia del popolo juventino. Migliaia di persone fanno sentire il proprio calore durante la presentazione nel ritiro di Pinzolo. Scorrono sui maxi schermi le immagini delle sue giocate. Gol altamente spettacolari e assist illuminanti. Le punizioni sono tra le specialità della casa. Ma quel che affascina ancora di più è l’eleganza e il suo tocco di palla. Il ruolo di trequartista rimanda alle gesta di Zidane e di tanti altri campioni della storia bianconera. Anche il costo, però, ricorda i grandi acquisti della società juventina. Venticinque milioni di euro, ritenuti dai più una cifra congrua per un giocatore in ascesa e ancora giovane.

Sappiamo benissimo com’è andata a finire. L’avventura di Diego alla Juve possiamo dire sia terminata il giorno dopo la gloriosa partita contro la Roma. Una doppietta e paragoni che si sprecano. Sembrava l’inizio di una nuova Juventus vincente, in realtà era solo l’inizio di un incubo!

L’anno dopo il giocatore brasiliano venne ceduto al Wolfsburg per 15,5 milioni. Anche lì dopo un inizio promettente e grandi attese per la coppia d’attacco formata con Edin Dzeko, finì per deludere spegnendo tutto l’entusiasmo che si era creato su di lui. Andò meglio l’anno dopo in prestito all’Atletico Madrid. Quello spagnolo era probabilmente un calcio più adatto alle caratteristiche di Diego e riuscì a togliersi la soddisfazione di vincere l’Europa League giocando alle spalle di due fenomeni del calibro di Forlan e Aguero.

Nonostante la parentesi discretamente positiva, senza però acuti particolari, i colchoneros decidono di non riscattarlo. Torna dunque al Wolfsburg dove tra alti e bassi riesce comunque a segnare 10 gol. Ancora una volta, però, dimostra di non essere pronto ad alti livelli. La sua squadra viaggia nel totale anonimato della Bundesliga e lui non è quella star che tutti si aspettavano fin dai tempi del Santos, dove insieme a Robinho faceva impazzire la torcida brasiliana. Tecnicamente rimane un giocatore sopraffino. Forse però non è fisicamente dotato come richiederebbe il calcio contemporaneo. Troppo morbido nei contrasti e poco cattivo. Più che una questione fisica, però, appare una di carattere psicologico. Dopo le prime critiche e le prime prestazioni negative, Diego tende ad alienarsi. È successo in Italia come nelle sue esperienze estere.

Adesso pare ci sia in ballo una grossa offerta da parte di una squadra del Qatar. Dunque non esattamente Real e Barcellona. La sua intenzione sarebbe quella di tornare all’Atletico, ma i colchoneros hanno altre idee. L’ennesima storia di un campione in polvere che si ritrova dimenticato nella cenere.head_calciomercato

About Giuseppe Critelli

Giuseppe Critelli
Laureato in Scienze Politiche, mi piace immaginare che diventare un giornalista sportivo non sia così impossibile. Sono cresciuto con gli scatti in salita di Marco Pantani e il rovescio di Roger Federer. Ho un solo idolo: gioca nei Los Angeles Lakers e veste la casacca numero 24... Amo raccontare lo sport perchè dietro di esso c'è sempre un'emozione, un uomo e una vita da narrare.

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