E’ tornato si fa subito sentire Felipe Scolari, forte della fiducia dei brasiliani e della Federazione, l’allenatore che portò il Brasile al titolo di Campioni del Mondo nel 2002 in Giappone e Corea, alza la voce e mette le cose in chiaro. Secondo Scolari per i giocatori del Brasile, che nelle ultime apparizioni con la maglia della nazionale non hanno mai offerto prove convincenti, sia dal punto di vista del gioco, che da quello dei risultati, è giunto il momento di togliere fuori gli attributi, perché fino alla finale dei Mondiali 2014, che si giocheranno proprio in Brasile, la pressione sul gruppo e sulla nazionale verdeoro sarà sempre maggiore.

Dunque, per non deludere le aspettative, fuori grinta e determinazione, perché come ammette lo stesso CT, vincere i Mondiali in casa sarebbe un’impresa memorabile, che rimarrebbe nella mente di tutti i tifosi brasiliani e negli annali del calcio mondiale. Peccato, che per strigliare i suoi Scolari abbia usato un’affermazione infelice, che ha generato un mare di polemiche. Infatti, il neo-allenatore ha detto: “Se non sopportate la pressione, potete andare a lavorare al Banco do Brasil, vi ritroverete in un ufficio e non farete nulla“.

Parole che hanno mandato su tutte le furie la dirigenza e i dipendenti della banca brasiliana, tant’è che subito è arrivata la precisazione che i 116.000 dipendenti della banca, ogni giorno lavorano alacremente onorando i colori del Paese, che sono poi quelli delle divise del Banco do Brasil.  E a stretto giro arrivano anche le scuse di Scolari, per l’uscita infelice.

Prima gaffe per l’allenatore più amato del Brasile, ma già da queste parole si capisce che aria tirerà nello spogliatoio verdeoro.

 

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